Io contengo moltitudini è l'installazione di Marinella Senatore, svelata il 26 dicembre, dopo l'apertura della seconda Porta Santa nel carcere.
È un Natale particolarmente speciale, questo. Papa Francesco la notte della Vigilia dà avvio al Giubileo 2025 con l’apertura della Porta Santa a San Pietro e poi apre un’altra porta speciale. Quella di un carcere.
Sì, con i gesti fortemente simbolici che lo caratterizzano da sempre, Francesco il 26 dicembre ha scelto come Seconda Porta Santa da aprire per il Giubileo dedicato ai «pellegrini di speranza» quella del carcere romano di Rebibbia. Un simbolismo perfetto, necessario, un gesto forte per restituire la speranza a chi vive recluso, a chi spesso è dimenticato, in un momento molto difficile per le condizioni generali delle nostre case di reclusione. Un modo per spalancare porte di luoghi che ci fa comodo tenere sprangati.
Quello stesso giorno, il Papa non è solo. È svelata nel cortile del carcere, visibile ai detenuti e a tutte le loro famiglie, anche un po’ di bellezza. È merito di Marinella Senatore, artista che nella sua pratica da sempre mette al centro le persone e la vita (ne ha parlato qui Simone Marchetti, direttore di Vaniry Fair Italia, e ne abbiamo scritto anche qui).
Grazie al progetto L’arte contemporanea in carcere: la sfida della speranza, voluto dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Marinella Senatore ha realizzato in collaborazione con la popolazione carceraria di Rebibbia e con la cura appassionata di Cristiana Perrella, un’opera con un titolo che non ha bisogno di troppe spiegazioni: Io contengo moltitudini.